E-commerce di prossimità: rivoluziona il tuo shopping e allarga le tue possibilità di ricavo

Immagina di avere un negozio di arredamento, un angolo di design e comfort dove ogni pezzo ha la sua unicità. Continua a leggere E-commerce di prossimità: rivoluziona il tuo shopping e allarga le tue possibilità di ricavo

Le sfide del marketing locale per il 2024: uno sguardo approfondito

Nel dinamico mondo del marketing, le imprese locali si trovano ad affrontare sfide uniche. Un recente sondaggio sulla nostra pagina LinkedIn ha rivelato Continua a leggere Le sfide del marketing locale per il 2024: uno sguardo approfondito

I 7 passaggi strategici fondamentali per le imprese locali

 

In un mercato globale sempre più competitivo, il marketing locale diventa un faro di successo per le aziende che mirano a un impatto diretto e significativo nella propria comunità. Continua a leggere I 7 passaggi strategici fondamentali per le imprese locali

Come attirare più clienti in negozio? Ecco 4 idee di local marketing (digitale)

L’integrazione dei canali digitali con le attività svolte nel punto vendita rappresenta un’opportunità importante per le aziende che intendono sviluppare una strategia di local marketing. Questa sinergia mira a permettere di creare un’esperienza di acquisto integrata e coerente per i consumatori, sia online che offline, e di massimizzare l’impatto di avere una presenza fisica sul territorio.

Hai un negozio o un’attività locale? Continua a leggere per avere delle nuove prospettive su come attirare più clienti in negozio. 

Creare un’esperienza di acquisto unificata

Il primo passo per integrare i canali digitali con il negozio fisico è creare un’esperienza di acquisto unificata. In questo modo, i clienti possono effettuare acquisti su entrambi i canali senza alcuna difficoltà. Ad esempio è possibile consentire ai clienti di ordinare prodotti online e ritirarli direttamente presso il negozio fisico, oppure di acquistare in negozio e ricevere il prodotto a casa.

Ma non è solo questione di assecondare le preferenze del singolo cliente, la ragione principale è mettere clienti diversi nelle condizioni di acquistare. Ad esempio, tu come ordini una pizza? Ci vai direttamente, telefoni oppure usi un’app di ordinazione? Qualunque sia la tua preferenza, queste tre modalità possono essere applicate dinamicamente in quasi tutti i settori. 

Realizzare campagne geolocalizzate 

Un’altra soluzione per integrare i canali digitali con il negozio fisico è quella di utilizzare funzioni e strumenti di geolocalizzazione per avviare azioni mirate a parlare ad un pubblico individuato geograficamente:  ne sono esempio le campagne ADV su Google e Facebook

Questi sistemi, infatti, consentono di individuare la posizione esatta di un cliente e inviare, nel momento in cui si trova nel raggio di ics metri dal negozio, offerte, coupon e inviti a raggiungere il negozio stesso. 

Sfruttare il sito web come elemento centrale

Ma dove atterrano gli utenti ai quali vengono indirizzati questi annunci? Naturalmente sul sito, che diventa elemento centrale ed agisce in sinergia con i social media ed i motori di ricerca.

Per tale motivo, il sito web è necessario anche ad una attività che ha una sede fisica con un indirizzo, una insegna ed una vetrina.

Tra l’altro, attività di questo genere non puntano solo (e soltanto) ad aumentare la clientela ma anche a migliorare il suo Lifetime Value: il valore totale di un cliente per l’azienda, nell’intero periodo della sua relazione con essa.

In cosa consiste, in pratica? Ad esempio nell’offrire promozioni e programmi di fidelizzazione ai clienti esistenti per incentivarli a fare acquisti anche online.

Misurare ogni azione, sempre

Per integrare i canali digitali con il negozio fisico è importante monitorare i risultati della strategia di local marketing digitale. L’azienda può utilizzare strumenti di analisi per valutare l’efficacia delle proprie iniziative e identificare le aree di miglioramento. Ad esempio, è possibile utilizzare i dati di geolocalizzazione derivanti dalle promozioni local su Facebook e/o Google per capire quali sono le zone in cui la promozione di un negozio è più efficace e focalizzare le proprie attività di marketing in queste aree.

Oppure verificare con la mappa di Google le zone ad alto traffico veicolare, attorno alla sede, per stabilire che tipo di strategia di comunicazione visiva applicare per aumentare le visite al negozio.

Caso studio: 20% di vendite in più grazie al QRcode

Vi raccontiamo un esempio di azione per un nostro cliente: abbiamo progettato e realizzato la grafica e la comunicazione visiva, in alcuni punti strategici del negozio (vetrine di esposizione interne, alla cassa per i pagamenti, sin dentro le cabine di prova), del QRcode di PayPal per il pagamento con l’app alla cassa. Questo ha permesso un diretto utilizzo in sede dell’App di PayPal ed  un incremento di pagamenti sulle vendite online con la stessa App, che presenta la grande opportunità della funzione “paga in tre rate”.

Nei primi mesi abbiamo misurato un aumento del 20% dello scontrino medio online dell’ordine. In pratica, molti clienti, spinti dal pagamento facilitato, hanno iniziato ad acquistare anche online. 

Un’utenza locale, che si è avvicinata all’acquisto online grazie ad una agevolazione esclusiva presente su quel canale. Una utenza che ha iniziato ad acquistare da casa, con il pagamento in tre rate, ritirando il prodotto in negozio, magari con una prova del capo d’abbigliamento. 

Conclusioni

In sintesi, l’integrazione dei canali digitali con il negozio fisico rappresenta un’opportunità importante per le aziende che intendono sviluppare una strategia di local marketing digitale. Questa sinergia permette:

  • di creare un’esperienza di acquisto integrata e coerente per i consumatori, sia online che offline;
  • di massimizzare l’impatto della propria presenza sul territorio tramite campagne geolocalizzate;
  • di creare le condizioni per aumentare il valore di un cliente nel tempo.

Vuoi mettere in pratica altre idee per attirare nuovi clienti in negozio?
Compila il form per parlare con un nostro esperto.

 

La lettura del futuro per far crescere le vostre aziende e per cambiare le prospettive del vostro business

Care amiche, cari amici, oggi partiamo da una frase così ovvia ma che al suo interno ha tutta la scienza della consulenza marketing: “quanto è facile gestire un business quando si sa cosa sta per succedere?

Una frase/concetto che noi di S4U DataNet proponiamo nel nostro modello di approccio e che diventa fonte di ispirazione per creare il modello di previsione del futuro. Tranquilli, non è con la sfera di cristallo che centriamo gli obiettivi, ma utilizzando analisi e metodologie che appartengono alla scienza del marketing.

Studiando i dati si può prevedere il futuro?
Tra le prime azioni che operiamo c’è quella di raccogliere i dati iniziando anche da quelli gratuiti. Ad esempio, l’analisi delle Tendenze di Google sono ottimi parametri da cui partire, ma è importante associarli ai dati esterni e di contesto che riguardano il mercato che intendiamo studiare.

Ma facciamo un esempio concreto, giusto per rendere assolutamente chiaro ciò che intendiamo.

Se ad esempio, dobbiamo mettere in pratica un modello di previsione per un’azienda che vende nel territorio locale consulenza e strumenti per la climatizzazione, bisogna cercare – oltre le Tendenze su Google – anche tutte le informazioni meteo locali riferite all’arco di tempo che riguarda il periodo del nostro business.
Così facendo arriviamo a delle analisi più complete che non sono la sola “lettura reattiva di quanto succede”, ma soprattutto, sono la “lettura proattiva di quanto potrebbe accadere”.    

Certamente non è una cosa semplice, ed è proprio per questo che l’imprenditore che “guarda al futuro” riconosce l’importanza di rivolgersi a chi di mestiere fa proprio questo lavoro.
Alle nostre aziende diciamo: se si vuole vedere prosperare il proprio fatturato e programmare un domani più redditizio, bisogna assumere un approccio proattivo e pianificare strategie di marketing di più larga veduta.
Sì cari amici, per l’ennesima volta ripetiamo che “serve una strategia”

La strategia giusta è la scelta del modo di combattere le battaglie per uscirne sempre vincenti! 

E per l’ennesima volta ripetiamo che il “marketing” – sia nella sua forma interna all’azienda, sia nella sua forma consulenziale esterna -, deve essere al centro dell’azione aziendale e deve partecipare, soprattutto in quest’ultimo caso, alla vita dell’azienda. E questo non tanto per sorridere felici al raggiungimento di un obiettivo, ma per poter ottimizzare continuamente le modalità utili a ottenere traguardi superiori.
Senza illudersi di aver trovato la sfera di cristallo, adottando un approccio come quello descritto sarà facile avere un’idea più chiara e tangibile di come potrà andare il domani.

Adesso aspettatevi tanti altri nuovi consigli. Ricevete gratuitamente e senza impegno altri esempi concreti e altrettanto utili, pensati esattamente per la vostra attività. Vi basterà compilare il form che segue e un nostro esperto sarà ben lieto di consigliarvi.

 

Sapevate che la location dei vostri negozi è parte fondamentale per una vincente strategia digitale?

Il local marketing all’angolo della vetrina del social commerce

Care amiche e amici che fate impresa, vogliamo parlarvi dell’importante legame che esiste, oggi più di ieri, tra i luoghi fisici delle vostre attività e le tecnologie “mobile”. Per la disamina di tale correlazione esiste un concetto “tecnico” ben preciso, il Location Based Marketing (il marketing di posizione), oltre alla disciplina madre, che è il Local Marketing.

Per addentrarci in quella che possiamo chiamare “strategia di marketing online focalizzata su un luogo fisico”, vogliamo partire proprio dall’osservazione e dall’analisi dello spazio geografico in cui un’attività commerciale è posizionata fisicamente.

Ad esempio, se le vetrine di un negozio si affacciano ai due lati di un incrocio, questo negozio, innegabilmente, gode di una posizione privilegiata. Questo privilegio però, ha bisogno di cure particolari. Infatti, chi ha una tale esposizione deve aver cura di “scenografare” le vetrine a favore del traffico. Una bella vetrina farà fermare molte più persone e ad una parte di queste verrà sicuramente voglia di entrare all’interno del negozio e acquistare.

Noi di S4U DataNet parliamo anche di vetrina ed esposizione “perché tra i modelli di business che proponiamo alle nostre aziende/partner, nei casi di local marketing, c’è un posto ben definito per la Location Based  Marketing.

Nella costruzione di strategie del genere, infatti, tra i principali fattori che gli esperti di marketing digitale possono estrarre e utilizzare ci sono: 

  • La Portata iniziale dell’azione sul target. Ossia la possibilità di conoscere l’utente direttamente nel luogo fisico in cui è possibile effettuare l’acquisto.
  • La Raccolta dati dei target come parte dell’interazione, che tradotto significa: possibilità di registrare il comportamento d’acquisto del cliente in negozio, e avere così tutte quelle informazioni utili da utilizzare in altre campagne, allestimenti, promozioni, etc.
  • L’Interazione successiva con il target dopo l’azione: con i dati raccolti (vedi il punto precedente) e grazie all’utilizzo di strumenti digitali, fare effetto sugli utenti/clienti in maniera più efficace e mirare alla fidelizzazione.
  • Infine, Valutazione e ottimizzazione: cioè, effettuare un’analisi periodica delle azioni avviate e dei relativi dati raccolti. 

Ed è a questo punto che nasce quell’importante legame di cui abbiamo parlato nell’incipit di questo articolo. Con l’aumento dell’utilizzo degli smartphone come strumento commerciale e di interazione con i brand, il mobile è oggi nesso ideale tra il mondo online e quello offline, tanto che possiamo tranquillamente iniziare a parlare di Mobile Marketing. Ebbene, in qualsiasi strategia di Location Based Marketing, il mobile è parte essenziale della stessa strategia (vedi per esempio, il “vicino a te” di Google che produce benefici, proprio per via del suo algoritmo territoriale).

Ma poniamoci la domanda:
la mia presenza nelle “piattaforme” ha un effetto virtuoso nella mia strategia Local?” 

Quali sono le piattaforme a cui fare riferimento?

  • Facebook sicuramente ha molte amplificazioni in local
  • Google, che addirittura ha dei servizi dedicati e la sua mappa è la più utilizzata al mondo
  • Ma anche Instagram o Twitter hanno funzioni prettamente locali che si attivano con la cosiddetta “geolocalizzazione”.  
  • E infine, ci sono tutte quelle piattaforme in cui è possibile lasciare “recensioni”.

Sicuramente, tutte le attività local, possono incoraggiare gli utenti a fare check-in nei loro locali, offrendo check-in deals (offerte), cioè incentivi che possono variare da semplici sconti a premi per la fedeltà.

Parlare oggi di Location Based Marketing significa, anche e soprattutto, definire il ruolo strategico del mobile. Cari amici, grazie al digitale le vostre aziende sono negli smartphone di milioni di utenti e quindi nelle tasche e nelle mani del vostro mercato.  Mobile vuol dire anche piattaforme, soprattutto social, che erogano servizi in local e, come abbiamo visto, tutte hanno funzioni localizzate e localizzatrici, dove la differenza la fa la sola strategia che metti in campo.

Conclusioni

Per concludere, noi di S4U DataNet abbiamo progettato e realizzato diversi modelli ben definiti di local marketing, sino a concentrarci su modelli definiti per regione e territorio. Ad esempio, considerata la Sicilia abbiamo avviato sistemi che alimentano e garantiamo pubblico locale alle nostre aziende utilizzando Guidasicilia.it
Se siete curiosi di capire come utilizzare al meglio una strategia marketing “di posizione”, e capire come sfruttare al meglio i canali che la rete offre, compilate il form a seguire e un esperto Consulente vi contatterà, gratuitamente e senza impegni, per guidarvi nell’universo delle strategie più adatte a voi.

Inoltre, se non l’avete ancora fatto e volete registrare la vostra azienda su Guidasicilia.it  fatelo in maniera assolutamente gratuita. Basta fare click QUI e il gioco è fatto.

 

Sapete come e quando si innesca la voglia di acquistare? Come pensate di fare per portare più clienti nelle vostre aziende?

Care amiche, cari amici eccoci tornati. Settembre è il mese in cui la nostra e la vostra operatività deve essere al massimo, perché è adesso che bisogna iniziare (o migliorare) le giuste strategie per proiettarci con successo verso il nuovo anno.

Ecco perché vogliamo cominciare subito parlando di un argomento chiave per migliorare i vostri modelli di business: lo shopping journey, l’esperienza d’acquisto. 

Cos’è lo shopping journey?

Lo shopping journey è il percorso che la persona fa prima di maturare la voglia di acquistare.

Tutti i modelli di business offerti da S4U DataNet prevedono almeno una valutazione dello shopping journey, specialmente quando si tratta di strategie di local marketing.

Ebbene, in questo itinerario, la visita del negozio è la parte centrale del percorso ed è quella più interessante nella creazione di un’esperienza di acquisto significativa e fidelizzante, ma attenzione, l’inizio del viaggio inizia molto prima.
Il nuovo scenario commerciale ci insegna che oggi, sempre più, il processo di acquisto inizia quando l’utente arriva dentro il vostro sito web, visita la scheda prodotto per poi passare alle vetrine fisiche su strada. Tutti momenti che hanno un ruolo importante nel creare un primo legame emotivo con il cliente potenziale, che poi deve trovare un suo “detonatore” all’interno del negozio, dove si va a stabilire la relazione con il personale di vendita.

Quest’ultimo, infatti, ha un ruolo fondamentale nella competitività del negozio fisico: informazioni, suggerimenti, ascolto, empatia, gentilezza, sono le parole chiave.

Quindi, se lungo lo shopping journey il legame emotivo si crea inizialmente sul web (per quelle persone che entrano in contatto con la tua attività attraverso questo canale), la ricerca della giusta Key Shopping significa soprattutto questo: riuscire ad innescare online, con la persona, il legame emotivo che lo porti a continuare il percorso fino all’acquisto (sia che si tratti di vendita online, sia che si tratti di vendita al banco). 

Costruire il “viaggio” del vostro cliente

Proprio come nello sviluppo di un viaggio:

  • ci sono delle fasi “prima”, cioè delle attività e momenti precedenti all’acquisto (ad esempio si percepisce un bisogno, o si viene a conoscenza di un nuova marca, di un nuovo prodotto che non si conosceva, si desidera vederlo, provarlo, capirne di più, capire come potrebbe essere utile, etc.);
  • delle fasi “durante”, cioè quando si vede dove si può trovare, provare, acquistare il prodotto, entrando in contatto con le opzioni distributive possibili, i prezzi, le promozioni, i servizi offerti;
  • e infine le fasi “post”, quando si valuta l’acquisto fatto (sia in termini di prodotto, di marca, di insegna e canale distributivo), validando o meno la scelta personale, quindi decidendo se ripeterla o meno. Ed è anche la fase nella quale si attiva il passaparola, cioè quando si decide se raccomandare quel prodotto, marca o insegna ad altri, oppure no.

Disegnare il percorso con queste fasi, dettagliare ogni singolo momento ed ogni eventuale possibile decisione, significa creare il miglior shopping journey per le vostre attività.

A questo punto però, avrete l’imbarazzo della scelta nel decidere quale Key Shopping sia quella giusta per voi. Vi accorgerete che, magari, la chiave giusta potrebbe essere il Gratis, oppure Offerta, Esclusivo ma, attenzione, potrebbe anche essere parcheggio gratuito, “Riciclato o Riciclabile”, “Certificato”, etc. etc.

Ed è proprio in questo punto, cruciale nella riuscita di uno shopping journey coi fiocchi da offrire ai vostri clienti, che noi S4U DataNet corriamo in vostro aiuto!

Confrontarci con voi per trovare la key shopping che vi farà legare alla persona che si trova nel “cammino dello shopping” innescando un legame emotivo.

Ecco amiche e amici, se ai vostri clienti volete offrire sempre l’esperienza d’acquisto più adatta a loro e in questa maniera costruire il modello di business più redditizio a voi, vi basterà compilare il form che trovate qui a seguire e riceverete, gratuitamente e senza impegno, tutte le altre utili informazioni che vi aiuteranno ad innescare nella gente, la voglia di acquistare.

Il rischio di affidarsi all’Engagment Rate. Un’altra pericolosa metrica del Marketing Digitale local

Il rischio di affidarsi all’Engagment Rate

Cari amici imprenditori, continuiamo il nostro viaggio attorno alle metriche più “pericolose” utilizzate per stimare la bontà delle azioni di marketing realizzate sul web.

Quando nacquero i social media, la stella polare dei marketer erano i fan e i follower. Oggi la loro “pericolosità”, quando si misurano senza considerare il contesto, abbiamo cercato di chiarirla nel precedente articolo (CLICCA QUI). Ricordate? E’ emerso che queste due “misure” possono creare confusione sul risultato del vostro business e quindi, tutti abbiamo iniziato ad affezionarci al cosiddetto ER, l’Engagment Rate.

Che cos’è l’Engagment Rate? 

L’ER definisce il tasso di coinvolgimento generato da una pagina social, da un contenuto o da un’attività e prende in considerazione il numero di interazioni.

Ogni social network, però, definisce le interazioni in modo diverso: ci sono piattaforme che fanno riferimento alla somma di like, condivisioni e commenti e altre che considerano tali anche i click effettuati dagli utenti sul contenuto o le visualizzazioni (nel caso in cui l’analisi prenda in considerazione contenuti video). L’Engagement Rate di un contenuto mostra la capacità di coinvolgimento del contenuto stesso e si ottiene dividendo “la somma delle interazioni ottenute dal post” per “il numero delle persone che lo hanno visto”, il tutto moltiplicato per 100.

Ma perché ci si è affezionati a questo ER? 

Sembrerebbe un ripiego ma escludendo fan e follower, l’unica “metrica” rimasta, facile e visibile, è stata proprio quella delle interazioni

È così che viene fuori l’Engagment Rate, che confronta interazioni e fan/follower e permette di fare ulteriori raffronti. Così facendo, se un account Instagram ha un ER del 3% e quello di un competitor o di un account simile ce l’ha del 5%, è immediato pensare chi è più forte. 

Fino qui tutto chiaro? Ma in realtà anche questo indice mantiene alcune “pericolosità”. Esso infatti mette in relazione un valore attuale, quale quello delle interazioni (es. like e cuoricini a valanga che sovente potrebbero aumentare per la foto di un gattino) e un valore storico che è dato dai followers (che possono essere cresciuti anche per via di una campagne sponsorizzate ad hoc)Inoltre, anche le interazioni possono essere lasciate da persone che non sono follower ma che hanno visto il contenuto perché “spinto” dagli algoritmi delle piattaforme.

Pertanto, se è vero che un’altra delle metriche più indicate sul piano marketing è quella dell’Engagment Rate, è pure vero che questa può creare difficoltà e sviarci da ciò che alle vostre aziende importa veramente nella realtà quotidiana: aumentare il fatturato!
Insomma, non esiste nessuna corrispondenza tra il gattino e lo scontrino, ma è certo che se agite con un modello di misurazione ben costruito, applicato e gestito per voi da veri professionisti del marketing digitale, anche la metrica ER ha il suo motivo di esistere. 

Ci sono modalità diverse che ci aiutano a capire quale resa la vostra pagina sta ottenendo. Se siete curiosi o volete conoscere quali modelli di misurazione utilizziamo noi di S4U DataNet, adattati sartorialmente ad ognuna delle nostre aziende partner, compilate il form che trovate qui a seguire e riceverete, gratuitamente e senza impegno, le importanti informazioni necessarie.

“Mi Piace” e “Follower”: successo o insuccesso? La verità del local marketing digitale

Dai like ai followers. La vera metrica del Local Marketing Digitale 

Cari amici imprenditori, da quando il digitale è entrato nelle vostre aziende e, soprattutto, da quando i social network sono diventati i luoghi in cui avete accettato il cambiamento delle vostre abitudini, è diventata convinzione comune che, per capire se le azioni di Marketing che avete iniziato siano andate nel verso giusto, si debbano valutare determinati parametri. Vero, anzi verissimo. Ma bisogna fare attenzione!

Per questo motivo il mese di Maggio lo dedicheremo all’analisi di alcune delle metriche più sopravvalutate, se non pericolose, del marketing digitale. 

Non tutti i like… luccicano!

Sono diventate di opinione pubblica le discussioni sul numero dei “mi piace” o dei “cuoricini” ricevuti dal post pubblicato, e sul numero dei followers del profilo del negozio su instagram. Ma è motivo di orgoglio o di disperazione?

Sulla base delle garanzie che i vari “guru del marketing digitale” vi hanno dato, avete preso l’abitudine di vedere “quanto fosse più verde il giardino dei vicini” solo – o soprattutto – su questi indicatori più o meno pubblici.  Ebbene, bisogna che sappiate chiaramente qual’è la verità (per intero) su questo punto: i follower, i like, i numerini che crescono e che all’inizio vi fanno sentire soddisfatti perché “qualcosa si sta muovendo”, in realtà non sono affatto gli indicatori da considerare!

Tutto deve condurre alla salute delle vostre attività, alla presenza di clienti e all’aumento del fatturato: questi parametri ne determinano sostenibilità, possibilità di crescita e di futuro.

E vogliamo dirvelo con ancora più chiarezza: queste metriche “social” possono addirittura essere pericolose e non hanno nessun senso “aziendale”. Se così non fosse, le aziende, anche local, che hanno grandi community e che generano quantità di questi dati, visto che spendono anche soldi, dovrebbero essere piene di clienti e invece in tantissimi casi non lo sono. Capiamo se chi decide di seguire il vostro profilo lo fa magari perché gli piace ciò che avete pubblicato, ciò di cui avete parlato o come ne parlate. Va bene che questo potrebbe generare like e commenti ma spesso, alla fine della giornata, nessuna richiesta informazioni o nessuna vendita riguardo ai vostri prodotti e servizi.

Perché accade tutto questo?

Perché quello che conta non è QUANTE persone vi seguono, ma CHI sono le persone che scelgono di seguirvi e come sono state attratte. Per scoprirlo, basta verificare un paio di cose:

  • Sono persone potenzialmente interessate ai tuoi beni e servizi?
  • In che maniera sono attratte o coinvolte dai tuoi contenuti?

La cosa veramente importante è seguire una rotta che susciti “like” determinanti per il vostro fatturato. Insomma, quando “navigate” per connettervi con i vostri clienti è importante la scelta dei i temi:  questi devono allineare il consumatore alla vostra offerta. Solo in questa maniera riuscirete a raggiungere un pubblico in target, qualificato e potenzialmente interessato ai vostri prodotti e servizi.

In sintesi la differenza è che: ai follower piacciono i tuoi contenuti, ai clienti piacciono le soluzioni alle loro esigenze (e non il bello dei prodotti o servizi sbandierati).

Adottando questo processo, la svolta vi porterà a restringere il campo ad una nicchia più ristretta di persone e ne taglierà via molte. Ma se vogliamo focalizzare la nostra offerta sulla soluzione alle esigenze più specifiche, la comunicazione deve diventare più precisa. È probabile che all’inizio, questo processo di focalizzazione non vi piacerà. I numeri diventeranno più piccoli e vedrete la “platea” restringersi, ma è un cambiamento da abbracciare senza tentennamenti perché, in definitiva, a voi deve interessare che chi legge sia un potenziale cliente e non un semplice follower.

Quindi, adottate tecniche e strategie per centrare il campo e finalmente, non ci sarà metrica che tenga. La differenza la misurerete con il vostro registratore di cassa.

Se siete curiosi di conoscere meglio questo cruciale cambio di prospettiva e conoscere l’altra faccia oltre i “mi piace”, i “cuoricini” o il numero dei followers, compilate il form che trovate qui a seguire e riceverete, gratuitamente e senza impegno, altre utili informazioni.

 

Vuoi avere successo nel business? Pensa fuori dagli schemi ma resta dentro il contesto.

Vuoi avere successo nel business? Pensa fuori dagli schemi ma resta dentro il contesto.

Cari amici, l’analisi del contesto, approfondita negli articoli pubblicati in questo mese di Aprile, fa comprendere come sia difficile il momento congiunturale del marketing digitale ancorato alla logica del tracciamento e dei soli numeri: quanti mi piace ha la vostra pagina? Quante visualizzazioni ha fatto il vostro post? 

Chi ha strutturato strategie di marketing digitali basate sul massiccio utilizzo del “tracciamento” oggi si trova in serie difficoltà e questo perché non ha minimamente, almeno secondo la nostra esperienza, raccolto dati ed analizzato il “contesto” in cui era chiamato ad agire. 

Se è impossibile agire secondo logica di tracciamento (se volete, chiamatelo reMarketing o reTargeting, tanto è la stessa cosa) perché le norme sulla privacy lo vietano, l’unica cosa da fare e “ritornare al passato” e avviare un processo di frequentazione del contesto in cui deve operare l’azienda

Dunque, al fine di ottenere una maggiore rilevanza e un rapporto più consolidato e fruttuoso con il proprio pubblico, questi sono i migliori approcci, strategie e tattiche su cui alcuni esperti consigliano di puntare nel prossimo futuro e su cui noi di S4U DataNet abbiamo tanto operato per i nostri clienti. 

I migliori approcci  di marketing per non essere sopraffatto dal contesto.

  • Definisci il tuo “pubblico” e coinvolgilo: servono contenuti o un alto valore percepito per chi è disposto a concederti i suoi dati. E come diciamo spesso, meglio avere 100 indirizzi email che rispondono che non 10.000 “mi piace” nella pagina social che neanche reagiscono alle tue pubblicazioni. 
  • La tua reputazione è il tuo Brand: la percezione della tua azienda, del tuo stile, dei tuoi prodotti è tutto. Ogni cosa che dici, che fai nel “contesto” deve indiscutibilmente rimandare al tuo brand. 
  • Non vendere mai: sii di utilità al tuo pubblico nel tuo “contesto”. Offri senza chiedere, condividi contenuti valorizzanti, non pubblicare sempre e solo prodotti, offerte e promozioni. Le persone che trovano un coinvolgimento con le aziende, dopo acquistano di più. 
  • Diventa un narratore migliore:  cerca le competenze più adatte a raccontare e non a vendere. La storia, il racconto, la semplicità nella comunicazione, nella scheda prodotto, nel servizio sono essenziali per entrare in sintonia con il tuo contesto. 

Conclusione

Tutto quello che abbiamo elencato, si sintetizza in queste poche parole: “PENSA FUORI DAGLI SCHEMI”. Cari amici, è esattamente questo ciò che vi proponiamo: andare oltre il vostro sguardo, oltre la vostra abituale prospettiva e oltre il vostro modo di fare promozione. Immaginate e innovate; fate prove, test, aggiustate e migliorate. Sperimentate mantenendovi sempre informati e investite il vostro tempo sulla conoscenza.

Alle vostre aziende interessa il dato, al vostro pubblico interessa il valore dello scambio. Trovate la giusta relazione con il vostro pubblico e partite sempre dal contesto in cui vi trovate.

Se volete avere successo nel vostro business e “andare fuori dagli schemi valorizzando il vostro contesto-mercato”, compilate il form che trovate qui a seguire e riceverete, gratuitamente, nuove e interessanti indicazioni.