Chiedete, e vi sarà dato! L’utilizzo dei PAs – Personal assistants è oramai entrato a far parte della quotidianità, basti pensare a Siri che fa parte ormai da anni del mondo iOS, così come Google Assistant, entrambi capaci di dare informazioni utili attraverso un semplice comando vocale.

Ecco, avete mai considerato la ricerca vocale nella vostra strategia SEO? Con l’affermarsi di questa tendenza, l’ottimizzazione della ricerca vocale sarà uno degli elementi fondamentali su cui si baserà il SEO del futuro.
Vediamo quali sono i vantaggi e le differenze tra la ricerca classica e la Personal Assistant Search.

I Personal assistants: la voce mobile – Gli assistenti virtuali possono essere integrati in qualsiasi dispositivo elettronico in grado di connettersi alla rete (computer, elettrodomestici etc), ma il loro vero punto di forza sta nel fatto di essere consultabili in qualsiasi luogo, attraverso i device mobile. Infatti, il fatto che la maggior parte degli utenti utilizzi la ricerca vocale in movimento, fa sì che le informazioni restituite siano sempre geolocalizzate, con l’obiettivo di fornire la risposta “esatta” che si stava cercando.

Chiedete, e vi sarà dato! – Gli assistenti personali sono in grado di restituire risultati pertinenti e utili in base alle esigenze delle persone. E’ tutto merito degli studi e le applicazioni, anche nei device più comuni, dell’intelligenza artificiale. Dunque, è indubbio che l’evolversi di questa nuova tecnologia promette un futuro sempre più smart per i PAs.
La voice search semplifica la ricerca, restituendo pochi risultati, e soprattutto evitando  all’utente di trovarsi costretto a scorrere pagina per pagina i numerosi risultati che il sistema fornisce. Le grandi aziende così come i piccoli business locali che riusciranno a garantirsi attraverso una strategia SEO mirata questi posti limitati in prima fila, godranno di certo di un ritorno in termini di traffico e visibilità notevoli.

Così il SEO cominciò a parlare… – Una delle caratteristiche che differenzia la ricerca vocale da quella testuale sta nella naturalezza del linguaggio utilizzato dagli utenti. Tradotto: si assottiglia sempre di più la propensione ad utilizzare keyword brevi.
Il fatto è che le persone tendono a “relazionarsi” con i dispositivi elettronici in maniera sempre più “umana”, arrivando ad instaurare una conversazione con il proprio smartphone utilizzando query più lunghe e più vicine al linguaggio naturale. Ad esempio, se una persona ha intenzione di cercare una palestra nel centro di Milano,  gli verrà più spontaneo dire “Cercami una palestra nel centro di Milano” piuttosto che “palestra centro Milano”, come si farebbe invece invece utilizzando la tastiera.

L’importanza di sapere da dove arrivano le informazioni – Se avete un business locale e volete che gli assistenti virtuali includano la vostra attività tra i risultati di ricerca è importante chiedersi da dove attingono le informazioni e far in modo di essere presenti negli aggregatori interessati. Per aggiornare e ottimizzare i contenuti in ottica SEO orientato alla voice search, bisogna prendere in considerazione non solo il tipo di domanda effettuata dall’utente, ma anche il tipo di assistente che utilizza, in quanto ogni sistema fa riferimento a  risorse differenti per raccogliere i dati. Ad esempio se si rivolge a Siri una domanda riguardante la ricerca di un luogo in cui pranzare, ci si può aspettare che prenda le informazioni da una delle seguenti fonti: Yelp, TheFork, Yahoo! Local.

Ancora si parla poco della SEO orientata alle ricerche vocali, ma questa altro non è che un vantaggio competitivo se si inizia a muoversi in questa direzione prima degli altri.

Insomma, se non ci avete ancora pensato, cosa aspettate a sviluppare una strategia SEO orientata alla ricerca vocale?

[Informazioni tratte dall’Articolo di Alessandra Gallucci per www.ninjamarketing.it]

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