Gli ultimi anni hanno visto nel mercato dei siti web un cambio di rotta indirizzando il valore del prodotto nella sua assoluta facilità di realizzazione. La principale conseguenza è stata l’abbattimento del costo finale. Tutto questo al netto della cosiddetta “teoria del cugino“: si è passati dal sito realizzato dal cugino, al sito autocostruito con immagini scaricate dal web, senza legami logici o emotivi con l’oggetto del sito stesso e magari forzatamente inserite nella cornice.
Chi faceva il mestiere del webmaster ha visto ribassarsi sempre più il suo margine economico ed anche, diciamolo, la sua professionalità. C’è stata una fase storica in cui, per i comuni mortali come noi, realizzare un sito web sembrava una delle cose più facili da imparare. Questo periodo sembra essere ritornato: siti autocostruiti, facili da far crescere, semplici da sviluppare. Le aziende sono piene di offerte di questo tipo.
Ma facciamo una brevissima analisi di un sito web, visto da tre prospettive diverse. Iniziate a vedere il sito dal punto di vista:
1. di chi legge
2. dei motori di ricerca
3. di chi deve implementarlo di contenuti
1. Chi legge cosa vuole? Contenuti, facilità di navigazione da tutti i dispositivi, chiarezza, ottima esperienza d’uso e … contenuti;
2. I motori di ricerca, cosa vogliono? Soprattutto pulizia della struttura tecnica, qualità, freschezza e originalità dei contenuti.
3. Chi deve riempirlo di contenuti, cosa vuole? Facilità del sistema di caricamento ed aggiornamento dati, standardizzazione con format ben definiti (cosi non sbaglio quando pubblico una scheda prodotto), un solo pannello di controllo per fare tutto (possibilmente in italiano).
Secondo voi quale è la risposta alla precisa domanda: un sito deve essere facile da costruire, oppure utile per la mia azienda?