Alla mezzanotte del 31 dicembre, l’Italia è entrata nell’era fiscale della fatturazione intelligente. Le aziende, i professionisti, gli artigiani – titolari di partita Iva, residenti in Italia – adesso possono emettere solo fatture elettroniche mentre i destinatari (consumatori inclusi) devono attrezzarsi per riceverle in questo formato digitale.
La fattura elettronica avrà un impatto su milioni di persone comuni; su 2,8 milioni tra microimprese e Pmi; su 4500 grandi aziende. Tutte chiamate a rispettare un pacchetto non banale di norme.
Addio a Word Excel e Pdf. Benvenuto Xml
Chi emetteva fattura era libero di utilizzare programmi di uso comune (Excel, Word, Pdf), quindi, spediva la fattura con raccomandata, via e-mail ordinaria o anche certificata, oppure la consegnava a mano.
Ecco, dal primo gennaio 2019, tutti questi programmi informatici e queste modalità di invio escono di scena.
Le fatture elettroniche devono avere uno speciale formato – l’Xml – che permette all’Agenzia delle Entrate di verificarne l’autenticità e la correttezza formale. Correttezza che non è legata alla firma digitale (obbligatoria solo nelle fatture verso la Pubblica Amministrazione, non necessaria invece nelle fatturazioni tra privati).
Strumenti gratuiti e a pagamento
Per creare la fattura nell’unico formato legittimo (l’Xml), l’azienda, il professionista, l’artigiano può utilizzare uno dei tre strumenti gratuiti che l’Agenzia delle Entrate ha predisposto nella sezione “Fatture e corrispettivi” del suo sito. (https://ivaservizi.agenziaentrate.gov.it/portale/)
Gli strumenti consistono in una procedura via web, oppure in una app gratuita (“FatturAE”, disponibile per Android e iOs), infine in un software che si installa nel computer prima dell’uso.
Esistono anche software a pagamento (e servizi di intermediazione), che generalmente sono più ricchi e flessibili di quelli che offre l’Agenzia delle Entrate.
Nel caso in cui l’azienda, il professionista, l’artigiano non voglia emettere e spedire le fatture in prima persona, può delegare un intermediario: una società informatica; il commercialista; il Caf e tutte le altre figure autorizzate dal Dpr 322 del 1998. Questi intermediari saranno in grado di operare se dotati di una delega piena per l’emissione e la “conservazione” delle fatture elettroniche.
L’invio e la ricezione di una fattura elettronica
La fattura in Xml non può essere spedita direttamente al destinatario (cliente o impresa che sia). L’azienda, il professionista, l’artigiano deve inviare la fattura al Sistema d’Intermediazione (Sdi). Sarà questo Sistema, che fa capo all’Agenzia delle Entrate, a recapitare poi la fattura al destinatario, lavorando come un postino pubblico.
Chi emette fattura deve disporre del codice alfanumerico di 7 cifre che identifica il canale di trasmissione scelto dal destinatario per ricevere la fattura. Se il destinatario vuole ricevere la fattura via posta elettronica Pec, in realtà il mittente indicherà come codice destinatario 0000000. Il codice alfanumerico di 7 cifre serve quindi solo per recapitare la fattura nell’area personale e riservata che il destinatario avrà aperto nel sito dell’Agenzia delle Entrate.
Chi sarà esente dal fatturare elettronicamente
Sono esonerati dall’obbligo di fattura elettronica i soggetti di minori dimensioni che si avvalgono del “Regime di vantaggio” (decreto legge 98 del 2011), del “Regime forfettario” (legge 190 del 2014), i produttori agricoli (Dpr 633 del 1972), le operazioni di commercio al minuto (sempre ai sensi del Dpr 633 del 1972), le operazioni con soggetti esteri. E ancora. Sono fuori dal regime della fatturazione elettronica tutti i soggetti che inviano i dati al Sistema Ts (della Tessera Sanitaria), come medici, odontoiatri, oculisti, farmacisti, veterinari.
Le tempistiche della fatturazione elettronica
La fattura elettronica potrà essere emessa entro 10 giorni dalla consegna del bene o dalla prestazione del servizio, senza sanzioni. Le sanzioni saranno ridotte dell’80% se la fattura sarà emessa entro 40 giorni. Questa tempistica di favore sarà in piedi fino a giugno 2019 (per i soggetti che versano l’Iva allo Stato ogni tre mesi) e fino a settembre 2019 per quelli che la versano mensilmente.
Dal primo luglio 2019, le fatture immediate potranno essere emesse entro 10 giorni dall’operazione. Tutte queste tempistiche non modificano i modi di liquidazione dell’Iva in favore dello Stato.
[Informazioni tratte da Repubblica.it]