Il rischio di affidarsi all’Engagment Rate

Cari amici imprenditori, continuiamo il nostro viaggio attorno alle metriche più “pericolose” utilizzate per stimare la bontà delle azioni di marketing realizzate sul web.

Quando nacquero i social media, la stella polare dei marketer erano i fan e i follower. Oggi la loro “pericolosità”, quando si misurano senza considerare il contesto, abbiamo cercato di chiarirla nel precedente articolo (CLICCA QUI). Ricordate? E’ emerso che queste due “misure” possono creare confusione sul risultato del vostro business e quindi, tutti abbiamo iniziato ad affezionarci al cosiddetto ER, l’Engagment Rate.

Che cos’è l’Engagment Rate? 

L’ER definisce il tasso di coinvolgimento generato da una pagina social, da un contenuto o da un’attività e prende in considerazione il numero di interazioni.

Ogni social network, però, definisce le interazioni in modo diverso: ci sono piattaforme che fanno riferimento alla somma di like, condivisioni e commenti e altre che considerano tali anche i click effettuati dagli utenti sul contenuto o le visualizzazioni (nel caso in cui l’analisi prenda in considerazione contenuti video). L’Engagement Rate di un contenuto mostra la capacità di coinvolgimento del contenuto stesso e si ottiene dividendo “la somma delle interazioni ottenute dal post” per “il numero delle persone che lo hanno visto”, il tutto moltiplicato per 100.

Ma perché ci si è affezionati a questo ER? 

Sembrerebbe un ripiego ma escludendo fan e follower, l’unica “metrica” rimasta, facile e visibile, è stata proprio quella delle interazioni

È così che viene fuori l’Engagment Rate, che confronta interazioni e fan/follower e permette di fare ulteriori raffronti. Così facendo, se un account Instagram ha un ER del 3% e quello di un competitor o di un account simile ce l’ha del 5%, è immediato pensare chi è più forte. 

Fino qui tutto chiaro? Ma in realtà anche questo indice mantiene alcune “pericolosità”. Esso infatti mette in relazione un valore attuale, quale quello delle interazioni (es. like e cuoricini a valanga che sovente potrebbero aumentare per la foto di un gattino) e un valore storico che è dato dai followers (che possono essere cresciuti anche per via di una campagne sponsorizzate ad hoc)Inoltre, anche le interazioni possono essere lasciate da persone che non sono follower ma che hanno visto il contenuto perché “spinto” dagli algoritmi delle piattaforme.

Pertanto, se è vero che un’altra delle metriche più indicate sul piano marketing è quella dell’Engagment Rate, è pure vero che questa può creare difficoltà e sviarci da ciò che alle vostre aziende importa veramente nella realtà quotidiana: aumentare il fatturato!
Insomma, non esiste nessuna corrispondenza tra il gattino e lo scontrino, ma è certo che se agite con un modello di misurazione ben costruito, applicato e gestito per voi da veri professionisti del marketing digitale, anche la metrica ER ha il suo motivo di esistere. 

Ci sono modalità diverse che ci aiutano a capire quale resa la vostra pagina sta ottenendo. Se siete curiosi o volete conoscere quali modelli di misurazione utilizziamo noi di S4U DataNet, adattati sartorialmente ad ognuna delle nostre aziende partner, compilate il form che trovate qui a seguire e riceverete, gratuitamente e senza impegno, le importanti informazioni necessarie.