Il mondo digitale del business
Cari amici, ricordate la storia delle 5 P del Marketing? (Product [prodotto] – Price [prezzo] – Place [luogo] – Promotion [promozione] – People [persone])
A prescindere che voi la ricordiate o meno, in questo articolo porremo l’attenzione ad una sola delle P, quella del Luogo (Place).
La volta scorsa abbiamo parlato di modelli di business, o meglio, di sistemi di vendita capovolti, innovati o imposti dal digitale [LEGGI QUI]. Oggi affrontiamo, sempre dentro la grande famiglia del marketing digitale, il problema della P di Place, il luogo (fisico o virtuale) nel quale il bene o servizio viene proposto, venduto.
La “grande tempesta” causata dalla Pandemia ha accelerato la digitalizzazione e ha stravolto il concetto di place nei modelli di business. Non ci riferiamo all’eCommerce, considerato che il luogo è ormai definito: con le dinamiche delle “spedizioni” il luogo è ormai ovunque. Vogliamo invece parlare dello spazio fisico e di quello digitale, che non è ancora il metaverso, ma ci stiamo avvicinando.
La P di place
La ridefinizione della P di Place è ormai sul piatto, tanto che è d’obbligo chiedersi: cosa fare degli spazi fisici una volta che i consumatori passano gran parte del proprio “viaggio” online? Non servono più, oppure devono essere progettati?
La risposta possiamo trovarla ragionando su un paio di aspetti che vengono fuori dall’analisi dei dati dei nostri clienti, suffragati dalle fonti che utilizziamo.
Primo aspetto
Tutti dicono che l’aspetto più importante è quello di rispettare la centralità del consumatore/cliente. Questo è vero, ma bisogna far attenzione che questa verità non diventi un mero slogan.
È il “viaggio” che il cliente fa (il customer journey) per raggiungere il prodotto (in un place, anche fisico) a dover essere la strada centrale per ripensare la comunicazione digitale: capire e intercettare la successione delle decisioni del consumatore, ci serve a definire al meglio i messaggi da inviare.
Quindi, per riuscire a mettere veramente al centro il consumatore/cliente, bisogna prima interpretare l’itinerario delle sue ricerche e conseguentemente comunicare con lui, dandogli le esatte risposte che cerca.
Secondo aspetto
Tutti dicono che, anche i titolari dei negozi di prossimità, sono in grado di adattare in tempo reale l’offerta a interessi, momenti, modalità preferite degli utenti. Ma siamo sicuri che sia vero? Siete veramente in grado di farlo da soli?
Essere propensi e pronti al cambiamento, adattando la propria offerta agli “umori” degli utenti/clienti è ormai una necessità imprescindibile. Ma non basta la sola buona volontà: bisogna agire di arte e affidarsi a professionisti esperti, capaci di strutturare al meglio una buona comunicazione digitale che trasformi gli utenti consumatori in clienti.
Infine, bisogna sempre tener presente che, in un ambiente competitivo come il “mercato digitale”, in cui il passaparola è veloce ed efficace, la gestione del cliente è ancora più fondamentale. Una volta acquisito e fidelizzato il cliente, non potete assolutamente abbandonarlo dandolo per certo. Dovete seguire i suoi momenti successivi e le sue necessità. Questo aspetto porta ad un’altro punto da sottolineare: seguire un cliente non significa assillarlo!
Il cliente va di certo rincuorato, ma non bisogna tormentarlo con continui messaggi e promesse commerciali che piacciono solo al negoziante.
La conversione avviene solo applicando il giusto metodo e sviluppando la migliore strategia, e noi di S4U è da anni che le elaboriamo.
Soprattutto a voi e utile conoscere le tecniche e i percorsi da adottare, pertanto, se volete sapere qual’è il giusto modus operandi che da decenni accompagna migliaia di aziende siciliane, compilate il form che trovate qui di seguito, e un nostro consulente esperto vi contatterà, gratuitamente e senza impegno, pronto ad elencarvi le numerose soluzioni che alimentano la sacca della vostra redditività.